Diarrea del viaggiatore: il disturbo più comune legato ai viaggi

Con l’arrivo della calda stagione non si vede l’ora di trascorrere le vacanze in sperduti posti esotici per rilassarsi un po’ e godersi il paesaggio. Ciò a cui però non si dà abbastanza peso, è informarsi circa la situazione sanitaria vigente in quei determinati posti. Circa il 20-50% dei viaggiatori verso Paesi tropicali manifesta un episodio diarroico nel corso del soggiorno. Denominata “diarrea del viaggiatore”, è un episodio non così raro come si potrebbe pensare, ma basta seguire alcune regole di igiene alimentare per ridurre al minimo il rischio di questa incombenza.

Cos’è e come si può curare la diarrea del viaggiatore

La diarrea del viaggiatore è una sindrome caratterizzata da scariche diarroiche associate a vomito, crampi addominali e febbre. Il numero di scariche giornaliere è variabile, ma solitamente è compreso tra 4 e 8 nelle 24 ore. Colpisce le persone in viaggio da un Paese ad elevato tenore igienico a uno in via di sviluppo e dove quindi le condizioni sanitarie sono precarie ed è possibile ingerire acqua contaminata e cibi crudi o poco cotti. Attraverso un contatto con batteri, virus e parassiti, generalmente entro cinque giorni si arriverà alla guarigione completa. I sintomi si presentano i primi giorni del viaggio, ma ciò non esclude che si ripresentino anche a distanza di giorni. Nel caso di bambini, potrebbero verificarsi anche disidratazione e alterazioni dell’equilibrio idrico e di sali, culminando in uno stato clinico molto simile a quello della colera. Non solo microrganismi, ma una causa può anche essere lo stress del viaggio, il cambio di alimentazione, il clima e l’altitudine. Colpisce ogni anno circa 6 milioni di persone, di cui costringe il 30% a stare a letto. Questa sindrome costituisce il più frequente problema clinico durante i viaggi.

La cura si basa sulla reidratazione e sulla reintegrazione dei sali persi con le feci e con il vomito. Sono anche utili gli antispastici e gli antidiarroici, nonché gli integratori di fermenti lattici per ristabilire l’integrità della flora intestinale. Solo nel caso in cui la sintomatologia sia molto pronunciata o protratta nel tempo, allora è bene ricorrere a una terapia antibiotica.

Come prevenire il disturbo 

Informarsi circa la situazione sanitaria del luogo non basta: bisogna mettere in pratica delle regole di igiene importanti. Per evitare di ingerire acqua contaminata, è consigliato bere solamente acqua e bibita in bottiglie confezionate e di usarle anche per lavarsi i denti. Tenersi quindi categoricamente lontano da rubinetti e da cubetti di ghiaccio. Inoltre è fondamentale mangiare solo cibi ben cotti, evitando anche frutta e verdura crude, carni crude o poco cotte e latticini.

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